Sulla scia del movimento per lo "sviluppo sostenibile", la crescita verde, presentata dai suoi promotori come soluzione universale alla crisi ecologica, è diventata in pochi anni un elemento chiave nei discorsi dei governi e nella letteratura istituzionale, dall’OCSE alla Banca Mondiale, passando per le Nazioni Unite e fino alla legislazione francese. Questa rapida e consensuale appropriazione del concetto da parte degli attori istituzionali, e la sua favorevole accoglienza da parte della comunità imprenditoriale, richiedono tuttavia un esame più attento. Infatti, se ogni trasformazione politica implica una rimessa in questione degli interessi consolidati, quindi una conflittualità sociale, quale innovazione concettuale potrà mai proporre la crescita verde per essere così ampiamente sostenuta dall’establishment?