La capacità di osservare la realtà per quello che è, e non per quello che pensiamo debba essere, è essenziale per la nostra progressione interiore. Purtroppo, il processo di osservazione si arresta molto presto nella nostra vita, così come l’apprendimento, la crescita e l’evoluzione. Viviamo quindi, senza rendercene conto, negli angusti confini di una mappa creata nei primi anni della nostra esistenza, che troppo spesso confondiamo con il territorio.
Per uscire da questa impasse evolutiva, l’unica soluzione è reimparare a osservare. L’osservazione è un processo attivo e consapevole, il cui sviluppo richiede una formazione specifica. Di solito, invece, ci troviamo in uno stato passivo, meccanico e inconsapevole, caratterizzato da una totale assenza di osservazione. Grazie al potente strumento dell’osservazione, possiamo invece accedere a informazioni più oggettive su noi stessi, sugli altri e sulla realtà che ci circonda, ottimizzando e accelerando il nostro percorso evolutivo.

Ma cosa significa osservare e qual è il livello della nostra osservazione? Purtroppo, ciò che di solito chiamiamo “osservazione” non è altro che una semplice attivazione mentale, spesso reattiva e inconsapevole, che non ha nulla a che vedere con questo importante strumento di indagine della realtà, che richiede molta energia e consapevolezza. Esistono diversi livelli di osservazione, associati ad altrettanti livelli di consapevolezza. Praticare l’arte (e la scienza) dell’osservazione significa quindi accedere a stati di coscienza più dilatati e non ordinari, acquisendo progressivamente un maggior dominio su sé stessi, sul proprio ambiente e sulla propria vita.