Questo lavoro esamina alcune possibili basi metodologiche e procedure per lo studio dello stato vibrazionale (SV) attraverso l'osservazione diretta delle sue manifestazioni neurofisiologiche e ripercussioni energetiche. L'autore offre un approfondimento teorico, che consente estrapolazioni, a partire dagli studi preliminari e dalle ipotesi finora sollevate. Tale ricerca, che consente la replicabilità dei suoi esperimenti, si basa sul presupposto che lo SV produca effetti somatici, in particolare nel sistema nervoso centrale, che possano essere rilevati attraverso un'adeguata tecnologia (ad esempio EEG e fMRI). Questo studio ha lo scopo di affrontare vari punti ancora aperti sullo SV, come ad esempio: il tipo di correlati neurologici, le aree cerebrali associate allo SV, l'identificazione di come e se lo SV differisce da altri regimi di funzioni cerebrali, l'esistenza (o meno) di un modello di onde cerebrali caratteristico di un individuo nello SV durante lo stato di coincidenza dei veicoli di manifestazione e, tra le altre cose, i meccanismi dell'interfaccia tra soma ed energosoma.
Nello studio di un fenomeno, è opportuno disporre di un sistema di misurazione che consenta di effettuare confronti e osservazioni sistematizzate, le più possibili obiettive. La misurazione di elementi bioenergetici e non-fisici in generale, si è rivelata una grande sfida per i ricercatori della realtà multidimensionale della coscienza e della sua parafisiologia. Pertanto, lo Stato Vibrazionale (SV), una delle maggiori risorse di autocontrollo parapsichico lucido, è tutt’ora in attesa di ulteriori indagini riguardo il suo modus operandi e i suoi effetti. In questa linea di pensiero, questo articolo presenta un sistema di misurazione – in uso da più di 5 anni – per lo SV e la sua tecnica di attivazione, qui ribattezzata Oscillazione Longitudinale Volontaria delle Energie (OLVE). La discussione si focalizzerà essenzialmente sugli elementi descrittivi e parametrici dello SV (i suoi attributi), identificabili anche da agenti esterni e, pertanto, misurabili in maniera meno soggettiva. Si ritiene che la conoscenza di questi attributi sia in grado di fornire risorse per attivare un tipo di biofeedback capace di favorire l’autocontrollo dell’installazione volontaria dello SV.
Dopo aver tracciato alcuni paralleli fondamentali tra Yoga e l’approccio noto con il nome di Coscienziologia, proponiamo di combinare la pratica di uno specifico pranayama, detto della respirazione circolare (RC), con la tecnica dell’oscillazione longitudinale volontaria delle energie (OLVE); questo alfine di promuovere un procedimento che sia il più possibile graduale ed efficace per il raggiungimento dello stato vibrazionale (SV). Presenteremo altresì un modello ultra-semplificato, in grado di suggerire un possibile meccanismo alla base del funzionamento di queste particolari tecniche (interiori) energetiche.
La bioenergia (prana, ci, orgone o energia sottile) è nota da millenni, ma la sua rilevazione, misurazione e comprensione teorica ha da sempre eluso l’indagine scientifica. Per contribuire a colmare questa grave lacuna nella nostra comprensione della realtà, e della manifestazione della coscienza, l’autore ha progettato e condotto tre serie di esperimenti mediante fMRI (l’ultimo nel dicembre 2014), con l’obiettivo di mettere in luce: 1. I cambiamenti neurologici del cervello durante l’esecuzione di tecniche bioenergetiche e dello stato vibrazionale; 2. gli effetti della bioenergia sulla materia e il meccanismo di interazione coscienza-materia, per mezzo della bioenergia. In questo articolo vengono presentati dei risultati significativi e la loro analisi preliminare, principalmente in processi di trasmissione di bioenergia a diverse sostanze, come ad esempio il campione liquido che viene impiegato nella calibrazione della strumentazione (fMRI reference phantom). Verranno discusse alcune delle conseguenze e possibili utilizzi di questi risultati, tra cui lo sviluppo di “tecnologie a base di bioenergia”, e proposti futuri approcci sperimentali.
In questo articolo presentiamo una valutazione teorica specifica al campo di ricerca sulla coscienza, e più precisamente associata allo studio dello Stato Vibrazionale (SV) e stati collegati, come gli stati extracorporei (OBE - Out-of-Body Experience), il primo essendo ancora oggi uno stato di coscienza poco studiato per quanto attiene ai suoi correlati neurofisiologici. Presenteremo in modo informale le ipotesi teoriche neurofisiologiche raccolte nel corso di anni di studio dello SV e delle OBE, tramite osservazioni empiriche. Sebbene solo brevemente, verrà altresì presentata la ricerca scientifica elettroencefalografica sullo SV attualmente in corso, le ricerche future e le teorie neuroscientifiche in preparazione, che nel loro insieme possono fornire indicazioni per future esplorazioni di tali stati. Presenteremo dei dati di ricerca sintetici e preliminari sullo SV, che intendono evidenziare le attuali limitazioni degli studi sullo SV. Lo scopo è quello di elaborare un quadro critico per definire tecnicamente lo SV come particolare stato di coscienza neurofisiologico, e non solo come stato esperienziale. Sebbene questo articolo sia meramente speculativo e per lo più teorico, si basa inferenzialmente su dati sperimentali e sulle attuali conoscenze neuroscientifiche e della ricerca sul sonno. Tuttavia, non pretende di aver raggiunto il livello di un’ipotesi pienamente strutturata basata su evidenze scientifiche riproducibili in ogni punto. Alcuni dei presupposti presentati sono certamente contestabili e basati su ragionamenti induttivi, basati sull’esperienza, o su analisi di dati limitate. Nondimeno, queste intuizioni, se portate avanti possono fornire implicazioni di ricerca per i modelli neurofisiologici che accompagneranno la futura ricerca sullo SV e OBE, comprese considerazioni riguardanti la Paralisi nel Sonno Isolata (ISP - Isolated Sleep Paralysis), il Sogno Lucido (LD - Lucid Dreaming) e altri stati correlati. Si suppone inoltre che tali stati siano associati alla regione del tronco cerebrale, che abbiano possibili substrati neurofisiologici comuni, pur essendo stati di coscienza fenomenologicamente differenti con marcatori che dipendono dallo stato.
Il concetto di energia è centrale in tutta la scienza moderna ed è ovviamente di grande importanza anche nello studio dei fenomeni psico-energetici. permangono alcune confusioni circa una corretta comprensione di questo concetto. Scopo del presente articolo, essenzialmente di natura didattica, è quello di fornire una corretta interpretazione del concetto di energia, e del suo trasporto nei diversi sistemi fisici. Questo alfine di favorire la formulazione di domande scientificamente ben poste, soprattutto nello studio delle dinamiche energetiche che riguardano le controverse “paramaterie di natura più sottile”.
Viene presentato un semplice modello di densità per spiegare la separazione energetica tra le dimensioni fisica ed extrafisica e il possibile ruolo dell'energosoma come struttura mediatrice di densità variabile, in grado di aumentare l'efficienza di un trasferimento di energia interdimensionale. Il modello, che è solo euristico, è discusso sia dal punto di vista della fisica classica che quantistica.
Lo stato vibrazionale (SV) è un fenomeno comune e spontaneo correlato alle esperienze extracorporee. Negli ultimi quattro decenni sono stati fatti sforzi per ideare tecniche per produrre lo SV in modo volontario; tuttavia, i tentativi dei praticanti per produrre uno SV sembrano favorire l’emergere di idee sbagliate, specialmente tra coloro che non hanno mai sperimentato uno SV spontaneo. Alfine di contribuire a chiarire questo fenomeno, questo articolo presenta alcuni dei risultati e delle conclusioni ottenuti in oltre 13 anni di ricerca su questo argomento, condotta utilizzando metodologie diverse – dall’autoricerca alla valutazione degli effetti prodotti nel campo energetico di 988 persone, più un sondaggio su 676 partecipanti provenienti da 31 paesi. Un’attenta analisi dei dati e dei rapporti raccolti dai praticanti e sperimentatori è stata fondamentale nella produzione della Scala di Vibrostasi, che stabilisce i vari gradi di attivazione sul corpo energetico, fino al raggiungimento dell’intensità che innesca lo SV, e la Scala d’impatto dello SV, che aiuta a valutare la qualità e l’intensità dello SV vissuto. Entrambe le scale vengono qui presentate.