L’avvento della fisica newtoniana ed il successo di modalità descrittive dei fenomeni naturali incentrate su schemi causali di tipo bottom-up portarono, nel corso dei secoli XVIII°-XIX°, al definitivo tramonto della causazione top-down. L’articolo si propone di rivedere tale questione alla luce delle conoscenze odierne nel campo della microfisica. In particolare viene argomentata la possibilità di schemi di interconnessione sincronica tra eventi fisici del mondo naturale, non supportati dallo scambio di materia o energia. La possibilità di tali ipotetici schemi, per i quali si propone il nome di “archetipi”, emerge dal fatto che la spazialità delle microentità fisiche è puramente effimera e contestuale ai processi di riduzione dello stato quantico. Tra questi vi sono certamente i processi di osservazione ed auto-osservazione dei sistemi viventi a livello molecolare, per cui la connessione archetipica potrebbe costituire un canale informativo rilevante nello sviluppo e nella evoluzione dei viventi. L’esistenza degli archetipi è in linea di principio sperimentalmente testabile una volta ammesse opportune ipotesi addizionali sulla loro modalità di azione. Viene discusso uno schema sperimentale modello finalizzato a questo test. Un eventuale esito positivo di test di questo tipo dimostrerebbe: (1) che la non località quantistica è un caso particolare di un principio di interconnessione non locale assai più generale; (2) che già a livello dei più semplici fenomeni naturali esistono forme di creatività e livelli di significato.