Tra mentore e pupillo. Dialogo sulla realtà

Un mentore e il suo pupillo s’interrogano sulla natura del nostro rapporto con la realtà, evidenziando l’umana tendenza a negare ciò-che-è, e creare così il senso di impotenza e la miseria esistenziale. Questo li porta ad esaminare quello che sembra essere l’unico metodo da seguire per migliorare tale condizione, e rendere obsoleto il triste meccanismo evolutivo della sofferenza: un metodo di natura critica, scientifica, che si fonda sul potente meccanismo della realtà specchio; poiché quando guardiamo fuori vediamo primariamente dentro, quando osserviamo la realtà stiamo primariamente osservando le nostre teorie della realtà. È sufficiente allora rovesciare la nostra visione per poter identificare l’errore, la falsa credenza, e lasciarla poi andare, o semplicemente correggerla, aprendoci così alle gioie infinite del paradiso, che non è chissà dove, ma nel nostro qui-e-ora, se solo ci arrendiamo al ritmo della vita, alla bellezza, all’amore, alla pace, che permeano ogni cosa. Dacché tutto si ridurrebbe a questo, a una semplice scelta: la scelta di abbandonare la falsità e tornare a casa, nella realtà. Una realtà dove ogni coscienza partecipatrice ha un suo posto speciale, in qualità di entità puramente creatrice, completa, perfetta.